(autoproduzione) Esordio per i Dizorder con quattro canzoni, precedute da un’intro e seguite da un outro. Uno stile che mette insieme sia del metal che una porzione di rock, con quel senso delle atmosfere non lontano dagli Evanescence, come testimonia “Erynies”, oltre a qualcosa di inatteso, come un cantato parzialmente hip hop con “Love in Blood”. “The Real Face” ha un incipit evocativo, un riffing insistente e piuttosto energico, per un insieme alternative metal. “Pic(K)” vede i cinque musicisti impegnati in una costruzione ben articolata, dove anche il bassista Maximilien amplia le strutture e le armonie della canzone. Alla voce Chloé, ragazza in grado di confrontarsi con più stili e fare da completamento alla musica. Un EP ben suonato, una produzione che non ‘falsa’ i suoni, lasciando trasparire l’energia e l’identità di ogni strumento. “Moon Phases” vive di influenze facilmente rintracciabili, anche quelle dei Deftones per esempio, però i Dizorder riescono a mettere del proprio in ogni pezzo. “Moon Phases” non spreca un solo minuto perché nonostante la giovane età dei ragazzi, questi sembrano già essere dei musicisti che hanno bene in mente ciò che vogliono. Il grande merito per la band è quello di avere scritto delle canzoni che risultano concretamente fruibili e altrettanto piacevoli.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10