(Time To Kill Records) Da una band composta da Frank Calleja (Beheaded) alla voce, alle chitarre Giulio Moschini (Hour Of Penance) e Francesco Paoli (Fleshgod Apocalypse, ex Hour Of Penance), al basso Marco Mastrobuono (Hour Of Penance, Buffalo Grillz) e con Davide Billia (Hour Of Penance, Beheaded) alla batteria, ci si aspetterebbe un sound istrionico, uno stile musicale un po’ sopra le righe, fatto di potenza e magari con un retroterra punk che appartiene comunque a qualcuno dei suddetti musicisti. Invece “The Serpent Insignia” è una colata di ‘semplice’ death metal vecchio stampo. Lo stampo è quello svedese, una ruggente messa in scena di Grave, Dismemeber, Hypocrisy, Entombed e tutto quella marmaglia di band che hanno infuocato il mondo anni orsono. Moschini e Paoli insieme ai fidati Billia e Mastrobuono, non rifanno il verso ai succitati nomi e anzi l’ascolto porta progressivamente a udire un sano old school senza necessariamente cascare nel già sentito. Con, e in questo lo si può confermare, quel sostrato punk corrosivo e accelerato, come in “Christ Infection Jesus Disease” ecco che la miscela carbura a fondo i motori. Pestano e di brutto per oltre trentacinque minuti i Coffin Birth, graffiando con distorsioni cariche di adrenalina e caos. Le ritmiche sono un sismografo impazzito, le chitarre ardono ogni cosa. Frank Calleja è vetriolo e corrosione. “The Serpent Insignia” è come suonerebbero oggi quei ragazzi svedesi che nel crepuscolo degli ’80 e agli albori degli anni ’90 hanno pesato significativamente nella scena metal. Il merito di Calleja e soci è di suonare in maniera fresca, sfrontata e in definitiva personale.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10