(Funeral Industries / Omnipresence Productions) Agli albori. Torniamo all’inizio, alle origini. Mortiis è ormai sulla scena dal 1992, ovvero da oltre 25 anni. Ha prodotto un sacco di album, è sempre stato contro ogni trend, lontano da ogni prevedibilità, anzi, si è forse sempre collocato come fonte di evoluzioni, idee o mode di quelli che sono venuti dopo, gli eterni secondi ai piedi del leader. “The Song of a Long Forgotten Ghost” è un esempio evidente di questo concetto; senza dubbio è tra i capostipiti di quell’aspetto oscuro della musica, a volte annoverata ai confini del black, meglio nota come ‘dungeon synth’, una espressione artistica basata su sintetizzatori e loop elettronici oscuri e per certi versi ossessivi. Uscito originariamente nel 1993 sotto forma di demo, ottiene oggi una ristrutturazione ed un remaster degno del nome, accompagnato da un nuovo artwork ispirato all’originale. Un solo brano. Cinquantaquattro minuti di dispersione digitale suggestiva. Una progressione teatrale. Una colonna sonora di orrori inauditi, di fantasmi dimenticati ma tutt’altro che svaniti. Gli albori. Da qui in poi si è scritta una pagina della musica estrema norvegese. FE tutto questo finalmente su CD e … vinile!

(Luca Zakk) Voto: 8/10