(Nuclear Blast) Dodicesimo album in carriera per i Metal Church. Una carriera caratterizzata da alti e bassi, con almeno tre album fondamentali ed altri caratterizzati dalla giusta attitudine ma mancanti di quell’ispirazione che ha contrassegnato i nostri almeno fino a “Blessing In Diguise”. “Damned If You Do” è il secondo album dal ritorno di Mike Howe, che ha marchiato a fuoco con la sua voce il citato disco del 1989. In questo disco, Mike canta in maniera più aggressiva ed urlata rispetto al passato, ricordando stilisticamente una via di mezzo tra il compianto David Wayne e Bobby Blitz Ellsworth. Musicalmente l’album mette in mostra la varie sfaccettature dello stile dei nostri, a partire dalla rocciosa title track, arrembante ed aggressiva alla pesante “By The Numbers”. “The Black Things” mette in mostra il lato più tetro oscuro della band, con chitarre arpeggiate ed un incedere più lento. “Monkey Finger” è cadenzata ed anthemica, nata per far muovere la testa all’ascoltatore. Un album variegato e godibile, anche se l’ispirazione che caratterizzava alla prima parte della carriera dei Metal Church è solo un lontano ricordo.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10