(Avantgarde Music) Nonostante il numero esiguo di tracce sembri suggerire che il presente lavoro è un EP, ci troviamo invece di fronte ad un’opera prima in tutto e per tutto, un album completo dove il minutaggio delle singole tracce è piuttosto lungo. Il depressive, genere qui proposto, ha bisogno di tempi tutti suoi per svilupparsi, ormai questo è assodato; qui il concetto viene ampiamente ripreso anche se non eccessivamente estremizzato. Il duo svedese si fa forte di suoni lacerati, voce compresa, di rumori disturbanti di sottofondo e registrazioni molto ma molto malsane, ma la controparte evocativa delle loro composizioni non decolla mai completamente pur toccando vertici a volte piuttosto alti. Le quattro canzoni che compongono il disco sono piuttosto ostiche per chi non è addetto ai lavori, eppure la loro struttura non è così contorta come si potrebbe pensare, tanto che il disco potrebbe per contro essere una utile prova d’ingresso al mondo del depressive per chi non lo conoscesse come genere. Perciò nulla di nuovo o eclatante sul fronte del black depressivo, eppure questa coppia di svedesi la prende tutto sommato a cuor leggero, passatemi l’espressione, e sforna un disco ‘entry level’ per il genere. A conti fatti, da provare.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10