(Season Of Mist) Oltre alla tecnica, la composizione con il sottile concetto della matematica che alberga nella musica, in “The Blue Bird” si ritrova anche l’arte, cioè il suonare qualcosa che sia accattivante, inatteso e appunto artistico. Deutrom mette in questo nuovo album il suo essere chitarrista e compositore. L’ex bassista dei Melvins nonché fondatore dell’Alchemy Records, ritorna con la propria musica sospesa appunto tra concetti e free form. Con una prima parte forse ordinaria, fatta eccezione per la scoppiettante, energica ed elaborata “Futurist Manifesto”, per il resto Mark Deutrom assopisce l’animo con diverse composizioni lente, ipnotizzate, a tratti narcotiche, oppure esuberanti nel loro grunge d’ordinanza. Tuttavia quando si parla di grunge nella musica di Deutrom, bisogna farlo in modo lato. Soporifera e sognante “Radiant Gravity” oppure “They Have Won”, psichedelica “Somnambulist”. Un ritmo ossessivo, tonico e duro “The Happiness Machine”, costellata da una chitarra che fraseggia benissimo. “Nothing Out There” chiude l’album con luci basse e sprazzi di psichedelia tardo anni ’60. La Season Of Mist ha preparato l’uscita di “The Blue Bird” ristampando alcuni precedenti album dell’ex studente di composizione che è stato in tour e ha collaborato con Nine Inch Nails, SUNN O))), Rush e che ancora oggi riesce a semplificare la matematica dell’ascolto.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10