(Harvest Of Death) Dopo il buono split del primo semestre del 2018 (recensione qui) tornano i portoghesi, questa vota con un album completo. Vengono qui ribadite in pieno le sensazioni datemi nella recensione precedente, ossia malvagità scatenata a tutto spiano senza nessuna remora. La qualità della registrazione è a livelli professionali, quasi troppo pulita per il genere proposto, ma ci pensano i nostri a rendere marcio il tutto con una buona dose di ‘grezzume’ attraverso una decina di tracce dirette, dai riff poderosi e molto pesanti. Il black metal qui proposto non ha velocità assurde, eppure esprime appieno il suo essere un genere oltranzista e senza remore. La profonda e roca voce del cantante macina versi oscuri e lamenti intriganti con un sottofondo di chitarre distorte e pesanti, la batterie con un incedere poderoso e solenne e mai troppo lanciata. Il suono sembra con tutta probabilità in presa diretta, scelta a mio avviso quasi obbligata per questo tipo di black. Per volere stesso del genere, il tutto resterà ben distante dalle luci delle produzioni internazionali, con buona pace di chi segue in disparte questo tipo di musica che dire di nicchia è un eufemismo. Nel complesso un lavoro completo, che centra l’obiettivo di non avere chissà quali alte pretese e suonare diretto e anche divertente.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10