(Pure Steel) Dallo stato di New York, i debuttanti (ma in realtà anzianotti veterani) Last Pharaoh propongono un disco che mette insieme l’us metal più teso a qualche elemento shred e a alcuni passaggi stile Queensryche, per un risultato finale che, pur collocandosi senza scosse nel primo filone citato, ha anche qualche momento di originalità. Tuttavia, dove sianono l’epic melodic metal e il neoclassic della nota stampa non ne ho davvero idea… “Into the Darkness” apre il disco con suoni molto classici (più europei che americani) e un refrain potente; il sound si svela appieno con “The headless Horseman”, che si divide fra chitarre oscure e i potenti acuti di Tommy Santangelo. Vagamente helstariana (che per chi scrive è un grande complimento) “Slave to the Kill (The Son of Sam)”, con la sua maligna progressione. Torrenziali le chitarre della solida titletrack; da segnalare anche lo strumentale “Desert Dreams”. Un buon disco di genere per chi ama Vicious Rumors, Metal Church e compagni.

(René Urkus) Voto: 7/10