(Eisenwald) Dopo 10 anni di attività, vari demo, uno split e la partecipazione ad una compilation, arriva finalmente il debutto dei black doomsters tedeschi Werian. Tre soli brani, mastodontici, tutti poco sotto o sopra il quarto d’ora di durata… ma con una componente interessante che li caratterizza. Dimenticatevi i soliti quindici minuti di doom ossessivo e ripetitivo, o i soliti quindici minuti di black spietato senza pausa, perché i Werian hanno ottime idee, tutte ben chiare, e le sanno riversare in una progressione musicale interessante dimostrando anche una certa capacità tecnica, oltre all’intelligente fantasia creativa. Musicalmente ci sono atmosfere oscure, pesanti, inquietanti le quali si dividono tra momenti suggestivi ed un doom infestato dal black, dove la chitarra non smette mai di offrire soluzioni semplici ma sicuramente efficaci, spesso non strettamente legate ai citati generi. “Hex” apre ricordando vecchi Tiamat, intensificandosi poi su tematiche psichedeliche e settantiane, prima di dar ‘vita’ ad un heavy metal intenso, con linee di basso superlative e un vocalist da oltretomba. La cosa particolare è proprio questo riffing tra il doom e gli anni ’70, ricco di divagazioni, molto melodico anche se decadente…. mescolato con un drumming fumoso e a tratti cattivo… ed un cantato privo di luce, proveniente da qualche fredda catacomba. Il brano offre varie evoluzioni nei suoi tredici minuti, riuscendo a sorprendere, incuriosire… riproponendo il main riff in vari modi senza comunque mai risultare ripetitivo. Più malinconica e musicale “Blade of Heresy”, ancora una volta con un basso intenso… un brano che comunque dopo tre minuti torna all’idea stilistica della opener, regalando quella dualità molto interessante, frammentata da intermezzi molto ben suonati ed in un certo modo sensuali. La conclusiva “March through Ruins” (il pezzo più lungo, quasi diciotto minuti) rimane fedele all’impostazione, regalando comunque eccessi più estremi ma anche svelando con luce intensa l’innegabile inclinazione prog e jazz de i musicisti. I tre brani contengono una immensa visione spirituale e paranormale del mondo, e la offrono con purezza e sincerità grazie ad una registrazione completamente analogica in presa diretta. Musica organica che si diffonde nell’etere rendendo reali, percepibili ed invadenti concetti che hanno a che fare con magia, culto, sciamanesimo, ipnosi, telepatia, rituali tribali ed un vasto universo di esperienze extra corporee ed ultra terrene.

(Luca Zakk) Voto: 8/10