(Ghost Label Record) Una casa discografica piuttosto variopinta, grazie ad un roster di musicisti che spaziano dall’alternative rock fino al thrash e oltre. Eppure la Ghost Label fino ad ora non aveva forse mai dato alle stampe un lavoro così oscuro, ossianico e inquietante. Ben venga, era il momento! Nato dall’universo della scrittura, Sankta Kruco è poi diventato tale, un progetto musicale che viaggiasse parallelamente alla scrittura. La musica è sospesa tra doom e death metal, rinforzati da atti depressive, symphonic e dark-gothic, con testi sviluppati principalmente in aramaico e lingue antiche. Il trio formula nove pezzi (uno di essi è la versione sinfonica di “Ultio Matris Terris”) d’atmosfera oscura, antica, misteriosa e dunque pregna di tensione e morbosità. I riff sono semplici, scorrevoli ma incutono un senso di potenza, mentre gli accordi aperti si sposano al meglio con i sintetizzatori che collaborano molto alla resa proprio delle atmosfere. Gli oltre quaranta minuti di “Glacials” scorrono, mentre l’universo nel quale si esprime è marchiato da angoscia e sensazioni oscure. Fatta eccezione per la title track, una strumentale toccante, ambiziosa e riuscita per quanto diversa dal mood generale. In queste ambientazioni trovano spazio voci clean, harsh e growl, tutte piazzate attraverso la giusta puntualità. L’architettura di “Glacialis” è basata sul ritmo e, ancora una volta, le atmosfere, il tutto contraddistinto da riff di chitarra e basso melodicamente potenti.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10