(Six Raw Records) Sarà per il suo oscurantismo e per le credenze magiche diffuse, fatto sta che il medioevo è sempre stato una forte fonte di ispirazione per il metal e il black nello specifico. Il duo francese qui recensito fa sua questa epoca storica e confeziona un lavoro genuino che mi ha stupito per la velocità con cui si consuma nel lettore. I quasi quaranta minuti di black di matrice norvegese passano che è una gioia per le orecchie, senza troppe o altisonanti pretese ma pure senza i soliti stantii riempitivi. Non a caso troviamo solo una traccia strumentale in un lavoro che volendo poteva contenerne ben di più. Non ci sono molte pretese in questo album, solo la voglia di esporsi con musica tutto sommato di una certa età, che non fa nessuno scalpore come poteva essere a suo tempo un esempio analogo di un paio di lustri fa, ossia il cd dei Waffen SS. Non so, sarà per la estrema ma efficace semplicità espositiva, sarà perché mi ricorda l’epoca d’oro del black o ancora per la pittoresca aura di cui gruppi così si circondano anche involontariamente, fatto sta che a me la formula di queste uscite discografiche convince quasi a prescindere proprio per l’onesta intellettuale proposta. Niente di nuovo, ma suonato bene e in modo coerente. Certe volte basta anche questo.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10