(Graviton Music Services) Album fatto di strappi, di riff che lievitano, si evolvono in velocità improvvise e di carattere thrash metal, con un sound generale dai connotati moderni. Anche il batterista Willy scala le marce con i propri ritmi. Alcune canzoni di “The Silver Ghost” riescono a siglare da subito un buon esordio, sempre grazie a riff in grado di risvegliare l’attenzione dell’ascoltatore. La travolgente “Saviors of the Earth” ne è un esempio, come anche “Saturnia”, oppure l’opener “Wake the Ghost”. Per quanto le strutture dei pezzi siano semplici e vestite di uno schema canonico – del tipo incipit-strofa-ritornello-bridge-ritornello-assolo e poi armonizzazione e ripresa del tema – tutto l’insieme risulta ben curato. Si è scritto del thrash metal, ma è pur vero che i baschi trovano soluzioni anche heavy e con l’ausilio di un cantato che mischia un harsh urlato, qualche growl neppure troppo profondo e voce pulita, mentre l’atmosfera in alcune sezioni dei brani sembra andare verso il melodic metal. Un buon comparto vocale, certo, ma i Childrain suonano dei riff autentici. Sono voraci, cattivi, rapidi, ben armonizzati e potenti. Le distorsioni poi sono fragorose, elettriche, piene e non hanno quella patina digitale che dal metal dovrebbe essere bandita. La band sa cedere alle melodie, come nel brano più catchy dell’album, cioè “Saviors of the earth”, senza snaturarsi da un sound autenticamente metal e dunque duro e d’impatto. Spagnoli, dunque, un EP nel 2009 e poi tre album tra il 2011 e il 2015… e oggi, al passo coi tempi, senza dimenticare da dove arriva il metal.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10