(Gothenburg Noise Works/Sound Pollution) Un rock sporchissimo dalla Svezia. Un rock pieno di stoner, di blues, pieno di grunge, un rock spiattellato su una superficie temporale che va dagli anni ’70 agli anni ’90, un rock prodotto con un feeling live il quale lo rende più vero, più carnale, più passionale ed ancor più dannatamente sudicio. Sono al debutto, e cantano di cose pazzesche, fantasiose e surreali, come quella del tizio che si arrampica sull’albero del per sempre (“Forever Tree”), o la linea 12 del tram di Goteborg, che ovviamente non esiste. Ma è la musica la vera dominante, perché questi cinque barboni ci sanno fare, hanno gusto per riff e hook, sanno dare valore agli strumenti, sanno divertire, sanno intrattenere e mettono davanti un singer graffiante ed incisivo! Skate Punk che scopa con il blues sulla opener “Green Finger”, tonnellate di boogie marcio e puzzolente con la sfacciata title track, blues oscuro e malandato con “Shine”. Risvolti stoner doom con “Line Twelve”, brano dal ritornello inaspettatamente epico. Tempo magnetico e riff irresistibili con “Herring King”, una fretta micidiale con “Boom Rats”, una fretta che viene poi interrotta da una jam session che vuole a tutti i costi essere portata su un palco. A fine disco la tetra e malinconica “Doomsday Vault” e l’eccitante “Skeleton Dance”, canzone nella quale il vocalist offre una performance dall’indubbia intensità. Stoner melodico, agganci blues micidiali, anni ’90 che tornano in dietro di due decenni, barbe incolte e volumi spudorati. Musica provocante, intelligente e decisamente rock’n’roll!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10