(Century Media Records) Debutto… certo, ma con qualche riserva. Qui dentro militano personaggi molto noti: Shane Embury (Napalm Death, Brujeria), Russ Russell (produttore di At The Gates, Dimmu Borgir, Napalm Death) ed il batterista Dirk Verbeuren (Megadeth, Soilwork). Ma con questo progetto hanno a che fare anche Troy Sanders dei Mastodon, Billy Gould dei Faith No More, Denis “Snake” Belanger dei Voivod, e pure Dan Lilker dei Nuclear Assault. Dieci tracce strane. Contorte. Libere da schemi e molto imprevedibili. Dieci tracce eterogenee, ma dannatamente filanti. Un album difficile da capire, ma che alla fine dei cinquanta minuti ti guarda in faccia e ti chiede, provocante… “let’s play again?”. “Walking Among The Dead Things” è una headbangers nata: lenta, micidiale, pesante, dannata fino al midollo. Dettagli dark prog, e pure doom con “Judas Cradle”… solo che le ovvie aspettative predono pieghe assurde, tanto da chiedersi qualcosa come ‘ma che roba è?”… aggiungendo subito dopo un ‘ma che figata!’. Groove spacca vertebre con “The Ancient Deceit”. Totale contrasto stilistico con la ipnotica e tribale “The Past Will Wither And Die”, pesante e divagante “A Treaty With Reality”, inquietante e stranamente gotica “Voyeurs Of Nature’s Tragedy”. Furiose ed epiche “Birth Womb” e la seguente “Premonition”… brani con voci clean e corali… quasi totalemente in controtendenza con le opener del disco. Si viaggia ai confini dell’industrial con “Beyond The Stream Of Conciousness”, emergono deviazioni pregne di maledizioni funky con la conclusiva “Johnny Blade”. Eclettico… un album dannatamente eclettico. Ogni brano sembra scritto e suonato da una band diversa… anche se rimane un filo conduttore unico che attraversa tutta la release. Considerato quello che esce dagli speakers e la gente coinvolta… o si tratta del risultato di una serata troppo alcolica, o si tratta di un’idea fottutamente cinica e dannatamente geniale!

(Luca Zakk) Voto: 8/10