(Dissonance Productions) Suonano ancora come agli albori, cioè verso la metà degli anni ’80 gli Heretic della California, con all’attivo solo tre album, considerando appunto questo “A Game You Cannot Win”. Autori di un thrash metal dai connotati power, ancora oggi è caratterizzato dallo stile personale della band, nonostante gli avvicendamenti. Julian Mendoza per esempio ha cantato nell’EP di debutto, era “Torture Knows No Boundary”, ma nel 2011 ritorna in formazione per il secondo album. L’altro cantante era stato Mike Howe, per un po’ nei Metal Church. Brian Korban, chitarrista ed ex Reverend, altra power thrash metal band ma di Seattle, resta l’altro membro originario. Curioso poi che gli Heretic si sciolsero proprio per il fatto che Howe partì, ma guarda caso Korban e il bassista di allora Dennis Ohara, andarono proprio nei Reverend di David Wayne, ex cantante dei Metal Church! Potenza dei riff, epica la voce di Julian Mendoza, ancora arzilla, e canzoni ampiamente distintive. Forse 56’ minuti di musica risultano un po’ lunghi, nonostante circa tre minuti tra intro e outro, ma qualche episodio nella tracklist potrebbe essere giudicato superfluo. Gli Heretic suonano in maniera piena, senza eccessi da parte della produzione, forse solo un po’ pesante sulla batteria. “A Game You Cannot Win” è un old style col proprio stile, nel quale la band si misura con più soluzioni sul songwriting, magari centrandone alcune e su altre meno brillanti, tuttavia l’energia e quella convinzione dei propri mezzi da parte dei musicisti appaiono tangibili.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10