(Non Serviam Records) Nati come dark ambient one man band circa quindici anni fa, i francesi DunkelNacht (la band comunque annovera anche una partecipazione olandese) si esprimono ora con un black/death intenso, feroce, oscuro e decisamente lontano dal soundscape delle origini. Death placco, black scandinavo, deviazioni avant-garde, iniezioni heavy e progressive: questi sono gli ingredienti ben chiari in questo loro nuovo lavoro, il terzo della discografia, il primo con la label olandese. “Empires of Mediocracy” è immediato ma assolutamente non ovvio o facile. Si tratta di oltre tre quarti d’ora tutt’altro che diretti verso un ‘comune’ black metal, ed è altrettanto lontani dal black metal convenzionale… pur tuttavia attingendo a piene mani da entrambi i filoni, aggiungendoci dettagli pazzeschi, che portano il livello sonoro proprio tra il progressivo e l’avant-garde, senza comunque suonare troppo moderni, sfociando quindi ad un ordine musicale che per certi versi ricorda i più recenti (e compianti) Death. Pesante ed incalzante “Relentless Compendium”, canzone che subito rivela la tecnica e la progressione della band, grazie a licks dissonanti di pregiata fattura, piccole divagazioni digitali suggestive ed un assolo dannatamente heavy il quale conduce verso un finale tracico ed epico, sempre supportato da linee di basso granitiche. Teatrale l’impostazione melodica di “Servants”, brano che rivela ulteriormente gli elevati skill del chitarrista e del batterista. Vertiginosa “Eerie Horrendous Obsession”, un brano nel quale i passaggi di basso e tastiere rendono il feeling infinitamente intenso e coinvolgente. Molti colpi di scena con “Amongst the Remnants of Liberty”, death metal progressivo ed ultra tecnico su “Verses and Allegations”, altra teatralità ricca di sorprese sulla title track capace di offrire un mix penetrante di sfuriate black, cambi e riff diabolicamente death, rallentamenti scenografici, parentesi atmosferiche inquietanti, drumming creativo, licks perversi, assolo trionfale e finale dal gusto digitale e post apocalittico. Tutto questo priama delle frenetiche, contorte e poderose “The Necessary Evil” e la conclusiva “Non Canimus Surdis”. Originali, intensi, feroci ma melodici, aggressivi ma tecnici e raffinati. I DunkelNacht hanno sfornato un album maturo, intelligente, con testi profondi che descrivono una situazione sociale estremamente attuale. Un disco capace di unire violenza inaudita ad una crudele ricerca metodica e pignola di un suono arricchito, intensificato, curato e costantemente sorprendente!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10