(Myrholt Design) Ole Alexander Myrholt porta avanti questo progetto in maniera infaticabile da pochi anni. Dal 2017 a oggi Myrholt ha collezionato si quattro album in studio, ma anche una miriade di singoli ed EP. Myrholt è stato coinvolto essenzialmente in progetti come Tremor, Enslavement Of Beauty e sempre con nomi d’arte e di scena diversi, gli anni 2000 hanno visto dunque Myrholt calcare più suoli musicali, sempre però nel lato estremo del metal. Il norvegese con questo progetto personale, incarna la tradizione black metal del proprio paese. Riff reiterati a tratti ipnotici, pronti a creare scenari gelidi, ostili e misantropi. Quaranta minuti di tradizionale black metal norvegese, con tinte a volte anche scontate e prevedibili. Qualche cadenza Darkthrone con toni dark, tipo la cantilenante “Min dolk, ditt beger”, nel quale però Myrholt si inventa anche un passaggio con strofe in free style. “Svøpt i Kulde Master” ricorda l’epopea iniziale di Burzum e nonostante ciò i pezzi funzionano, come anche “Fra Ragnarok til Indre Stillhet Master”, allucinata e vorticante, black metal dalle fattezze ruvide e concrete. L’album scorre nel sangue dell’ascoltatore come una sorsata d’acqua gelata, per come Myrholt espone poche ma buone idee. Partecipa con qualche aiuto vocale anche Thomas Eriksen di Mork, altra one man band.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10