(Envenomed Records) Per quanto la voce sia gutturalmente profonda e i temi truci e violenti, i Membrance hanno un sound vispo. I ritmi arzilli e i riff frenetici e vivi continuamente in evoluzione, offrono un death metal da headbanging. Il primo album dei veneti è del 2017, “Abyss”, oggi invece questo secondo album suona come un connubio tra soluzioni old style, inquinate dal thrash metal, e divagazioni progressive moderne. “Morality’s Collapse” è una buona espressione del versante splatter del genere, pur non avendone tutti i crismi. I suoni innanzitutto sono molto netti e affatto impastati come spesso avviene in questa branca del death metal. Ciò offre un ordine maggiore al tutto oltre che una totale fruibilità. La band usa synth per creare sia contrasti che rinforzi all’atmosfera dei pezzi. Il risultato rasenta la genialità! “The Swamp Thing” con il motivetto offerto da un piano stridulo in sottofondo è eccellente. Anche l’uso occasionale di assoli, condotti con ordine e attraverso sequenze melodiche ben limate, riesce a fissare nella mente un quadro affatto truculento nella testa dell’ascoltatore. Soluzioni appena heavy in alcuni casi, molto più thrash-crossover in altri, i Membrance insomma rappresentano un modo personale di suonare il genere. Per inventiva, personalità e idee sono al pari dei momenti più interessanti di band come i Macabre, pur non assomigliando affatto né a loro né ad altri. Passaggi brutal controbilanciati da mid tempo che scalano la marcia dello stile, con sequenze anche lunghe, troppo, ma proprio certe evoluzioni o lungaggini che siano sembrano dare al tutto l’idea di soluzioni neo-prog. Varietà è forse la parola migliore per descrivere questa tempesta orchestrata dai brutali, ma non troppo, Membrance.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10