(Ram it down Records) Dagli abissi della memoria ripesco il nome dei tedeschi Torian: nella mia collezione c’è il debut “Dreams under Ice”, uscito nientemeno che per la Underground Symphony. Non ho poi seguito la carriera dei nostri, che hanno pubblicato altri due full-length (l’ultimo nel 2012), ma li riaccolgo volentieri per il quarto disco, prodotto da Seeb Leverman degli Orden Ogan. “Old Friend Failure” svela subito le coordinate del sound: power metal ricco e vibrante, da qualche parte fra Running Wild, Blind Guardian degli anni ’90 e Persuader, con una chiara matrice mitteleuropea e un vago sentore progressive. Veloce e sparata “Evil vs. Evil”, nella quale si comincia a evidenziare una certa dipendenza dagli Orden Ogan (guarda che caso…) che si farà sempre più marcata con l’avanzare della scaletta; quindi “Unbowed, unbent, unbroken” ha un titolo e delle atmosfere alla Hammerfall, quadrate e dense di cori. Mentre “Saints of the Fallen” incorpora qualche elemento estremo, ad esempio i blast beats, “Thousand Storms” mescola a questo impianto divergente le vaghe tendenze folk; il disco si conclude con i nove minuti di “A glorious Downfall”, dai tempi mediamente lenti e dalla vasta, e assai godibile, escursione pianistica. Sembra che, alla fine di questa decade, tutte le band power debbano suonare come i Sabaton o come i più volte citati Orden Ogan: i Torian scelgono, direi opportunamente, la seconda strada, e pur non facendo miracoli danno alle stampe un buon album.

(René Urkus) Voto: 7,5/10