(InsideOut Music) C’è un futuro dopo la scomparsa di Francesco Di Giacomo? Si, ovviamente c’è e i Banco lo stanno costruendo da quel 2014, appunto l’anno della dipartita dell’ex simbolo di un manipolo di musicisti che hanno scritto pagine importanti del rock progressivo italiano. Nati nel 1969 a Roma, i Banco Del Mutuo Soccorso sono stati una fantastica espressione del rock fatto in Italia e che crebbe guardando a certi maestri del genere inglese e non, arrivando poi a essere bravi quanto loro. Oggi nei Banco ritroviamo Tony D’Alessio, voce ed ex Lost Innocence, figura del movimento metal in Campania (ricordate gli Incesty Of Society?), vicino all’altro simbolo dei Banco, quel Vittorio Nocenzi che è l’altro simbolo storico della band. Raffinato pianista, architetto delle tastiere e synth. Poi loro, i pilastri degli ultimi Banco: Filippo Marcheggiani e Nicola Di Già, chitarristi, e anche loro i nuovi Marco Capozi, basso, e Fabio Moresco alla batteria. Tutti mostruosi, figli di esperienze e studi di prestigio. Se la musica è eccellente, le declamazioni vocali di D’Alessio rispettano quel cantare-parlare-recitare che ha sempre accolto generazioni di ascoltatori in un album dei Banco. Questo forse è il punto saliente dell’album, l’aggancio col passato e forse anche l’unico. I Banco non ripetono se stessi, non si specchiano nella loro musica. La trama ritmica frizzante e concentrata aggiunge il suo piglio ai ricami di chitarre, piano e tastiere, come in “I Ruderi dei Gulag”. Poesia, stile da cantautore il pezzo “Campi di Fragole” oppure “Il Grande Bianco”, eppure l’armonia del paroliere e della musica che accompagna o avvolge è in piena diffusione in tutto “Transiberiana”. Viene voglia di citare tutti i pezzi di questo viaggio enorme, nel quale la band avanza con marce differenti, per una prestazione prog vera e concreta. Un album che guarda al rock, con una band che sa infondere ancora personalità e sensibilità i ciò che fa. “Metamorfosi” e “Il Ragno” eseguite al Festival Prog di Veruno lo scorso anno completano il set di canzoni dell’album.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10