(AFM Records) Dopo ben otto anni dal favoloso “Dic.nii.lan.daft.erd.ark” (recensione qui) tornano i rockers danesi, più uniti che mai, più diretti che mai, più potenti che mai. Una band leggendaria, ironica, originale, composta da personaggi ancor più singolari ormai uniti in una line-up immutata negli ultimi venti anni! Tornano alle origini in qualche modo: rock, hard rock, tonnellate di melodia, sound scazzato, forse sporco ma brillante, iper melodico ma anche sfacciatamente graffiante, a tratti ruffiano, spesso seducente, a volte offensivo… un pugno in faccia, una dichiarazione di indipendenza, di egemonia, di unicità stilistica indiscussa ed indiscutibile! Undici brani che riportano tutti a casa, undici brani che sono rock, rock’n’roll, hard rock, southern, dirt, street. Musica esplosiva, intensa, catchy, musica che si materializza e si trascina avanti con un andatura decisa ma volutamente barcollante, disordinata, irregolare. Vibrazioni irresistibili con “Burning Star”, dissolutezza southern con la title track, della melodia energetica fuori controllo emerge dall’epica ”Nothing Ever Changes”. Impostazione cristallina, una galassia sonora dura e pura con la suggestiva ”The Sky Is Made Of Blues”, hard rock sfrenato con ”The Real Me”. Spensieratezza heavy su ”No Doubt About It”, incisiva ed introspettiva la ballad “A Drug For The Heart”. I quattro ‘ragazzi’ si scatenano ancora con ignorante assennatezza su ”Musical Chairs”, elargendo poi pulsazioni magnetiche con ”Time Is A Train”. Ai confini con il punk moderato ”Happy Days In Hell”, prima della conclusiva e nostalgica ”If The World Just”. Istrionici, teatrali, plateali, eclettici, impertinenti, audaci, autentici, unici, insolenti, stravaganti, personalissimi, inguaribilmente giovani, eternamente ribelli. Ancora maledettamente e sorprendentemente legati al feeling di brani storici quali “Sleeping My Day Away”, anche se sono trascorsi ormai trent’anni: musica alla quale spuntano le ruote, mentre dinnanzi si srotola una striscia di asfalto che si perde oltre l’orizzonte, tra scenari mozzafiato, temperature desertiche e nuvole piene di quella polvere che rende bizzarra la vita, che respirando si deposita nei polmoni, che con la complicità del sudore imbratta i vestiti; polvere che inaridisce la pelle e che ricopre l’anima.

(Luca Zakk) Voto: 9/10