(Indie Recordings) Tra il prog e l’ombra sfuggente della dark wave. Tra il rock moderno ed un pop contorto ma anch’esso decisamente moderno. Debutto per i norvegesi Maraton, band capace di occupare il palco del Roskilde Festival con un solo singolo nel curriculum. Melodie cristalline ma con una remota struggente malinconia annegata in brillanti divagazioni melodiche. Vocalist che si colloca tra il rock, gli anni ’80 ed una vaga impostazione tipica degli H.I.M. arrivando a falsetti di grande qualità. Drumming progressivo, linee di basso incisive, sempre presenti, assolutamente coinvolgenti. Provocante ed epica “Seismic”, prog ricco di fantasia con “Blood Music”, brano nel quale il bassista risulta magistrale. Suggestiva “Prime”, contorta e teatrale “Change of Skin”. Favolosi il falsetto, il drumming e le linee di basso su “Body Double”. Introspettiva “The Manifest Content”, tagliente e malinconica “Mosaic”. Prendono dai Muse, dagli Enslaved, dai Vulture Industries, dal pop d’annata, dal funk, dal metal senza tempo, dal post-qualcosa, da qualche variante del punk e pure da certe dimensioni prog. Ma i Maraton sanno essere dannatamente originali, impulsivi, travolgenti, sempre tra il sacro ed il profano, tra il celestiale e l’heavy. Un mix sonoro esplosivo e tremendamente irresistibile.

(Luca Zakk) Voto: 8/10