(Autoproduzione) I volenterosi sloveni SkyEye producono come debut un concept dedicato all’invasione del digitale nelle nostre vite: l’idea è interessante, lo sviluppo assai corposo (12 brani per 67’ totali). Serrata e ‘moderna’ “Fire”, opener cattivante ma non in linea con il resto del disco a causa del suo melodic metal quasi alla Evergrey. La titletrack cede a tendenze thrash, ma mantenendo un’anima genuinamente heavy (come è facile evincere dall’assolo); “Run for your Life” non ha solamente il nome, ma anche l’attitudine maideniana, direi quella ruggente del periodo post-reunion. Oltre otto minuti per il mid-tempo “Jerusalem”, dai buoni cambi di atmosfera, che in più di un’occasione ricorda “Nomad”, ancora dei Maiden; e “Book of Life” finisce per essere quasi un plagio, anche se ha un mood più allegro della media per la Vergine di Ferro (in essa, il singer Jan Leščanec fa davvero di tutto per essere accostato a Bruce Dickinson). “Tsunami” si prende oltre dieci minuti, risultando un fiume in piena (la metafora non è casuale…) di NWOBHM compatta e roboante; si chiude con l’arcigna “Galactic Wind”, che sugella così questa seconda metà incredibilmente maideniana del platter. “Digital God” inizia in un modo e finisce in un altro: il prodotto perde unità, ma resta comunque composto di brani ben strutturati e in qualche frangente catturanti.

(René Urkus) Voto: 7/10