(Volcano Records) I giovani Cremisi, provenienti da Ravenna e Bologna, pubblicano il loro debut sotto l’egida della Volcano Records: entusiasmo e professionalità (non solo nei testi dedicati in larga parte al Rinascimento italiano, ma anche nell’immagine) compensano alcune rigidità del songwriting. La lunga intro “Dark Winds” sfocia in “The black Death”, che mette insieme molte cose ma in un insieme armonico, tra qualche ritmica black ad armonie vocali cristalline, passando per solenni elementi sinfonici. Forse troppo impostata e rigida “Dawn of a new Era”, nonostante il buon giro portante di keys; “Captain’s Log” è un folk/symphonic metal con dei momenti ariosi alternati ad altri più serrati e, a tratti, leggermente legnosi. Emblema del sound è la lunga “Confession”, dove le parti folk (con toni spesso cinquecenteschi) e le armonie vocali funzionano benissimo, ma non si amalgamano bene ai momenti più metal, che abusano forse di ritmiche ‘estreme’ poco funzionali all’atmosfera. L’unione folk/extreme funziona meglio in “In the Name of the Lord”, dove però predomina la prima dimensione; epica e incalzante “Battle of Lepanto”, dedicata al grande scontro navale che, nel 1571, fermò l’espansione turca. “The hanged Man” è una ballad ritmata, forse anch’essa un po’ statica e ripetitiva in un refrain non illuminato; il mid-tempo conclusivo “On the Moon” si basa su un ritornello cristallino. Un symphonic metal che ha momenti grandiosi, ma che va anche ancora limato per funzionare bene.

(René Urkus) Voto: 7/10