(No Remorse Records) Heavy Metal pesantemente contaminato nel secondo disco dei greci Saboter, che mettono su una macchina da guerra niente male per gli amanti dei suoni più sporchi e massicci. “The Temple of R’lyeh”, naturalmente ispirata al mondo di Lovecraft, assembla come si diceva molti generi: su una base us power si innestano trame thrash, ma ci sono anche passaggi che definirei horror metal e addirittura una fase heavy blackened. L’insieme è tirato e ‘cattivo’, il referente più vicino mi sembrano gli immortali Helstar. La titletrack prosegue su un registro cupo e arrembante, mentre “Rose red” vede sanguigne evoluzioni delle chitarre di Chris Tsakiropoulos e Apostolos Papadimitriou. “To Glory we march” è invece un vibrante epos, dove ancora una volta si godono passaggi al limite del black; sotto questo profilo, “Sword of the Guardian” raggiunge il picco del disco, presentandosi praticamente come un blackened thrash impattante e arcigno. Interessante anche la bonustrack del cd, “Lamias Call”, che arriva ad avere qualcosa degli Iced Earth. Un gradito esperimento che si mantiene nell’ortodossia ‘classica’ ma si apre a interessanti influenze.

(René Urkus) Voto: 7,5/10