(Underground Symphony) Dopo il frizzante “Land in Sight”, gli At the Dawn si lanciano in una epopea di alto spessore: annunciato da una copertina ottimamente riuscita, “The Battle to come” riesce ad essere epico, maestoso e potente al tempo stesso, per un risultato che piacerà a tutti gli amanti del power/prog che fu. Dopo la intro/titletrack, “Brotherhood of Steel” è un power intenso e dal solenne ritornello epico. Quadrata e reminiscente dello stile dei Wizard “Anthem of Thor”, mentre “The Call” unisce rocciosità power a qualche passaggio quasi mistico. “Torquemada (The Hand of God)” è oscura ed è forse la canzone più epica della tracklist; pregevoli atmosfere mediorientali in “Viper of the Sands”, si chiude poi con la solenne “King of Blood and Sand”, nella migliore tradizione dell’Italian power/prog metal (io con queste sonorità penso sempre ai Thy Majestie). Nonostante significativi cambi della line-up, gli imolesi mantengono coerenza con il loro passato, ma sembrano aver effettuato un vero upgrade verso sonorità più possenti e ambiziose.

(René Urkus) Voto: 8/10