(Kozmic Artifactz/Raging Planet) Stoner rock? È questo che viene palesemente dichiarato in sede ‘cartella stampa’. Ma, visto che viene chiesto il mio parere, mi permetto di esprimere il mio disaccordo. Perché, se da qualche parte c’è sicuramente una componente stoner, questa definizione è un po’ limitativa, in quanto è una magia quasi prog ed ipnotica che emerge nell’ascolto di questo disco della rock band portoghese! Musica che si diffonde in una romantica nebbia, la quale improvvisamente cessa offrendo la visione di un psichedelico arcobaleno: queste sette tracce hanno un delizioso sapore settantiano, anche se sono piacevolmente moderne… ma il vero punto di forza è la sensuale ed intensa voce della front-woman Joana Brito, un’artista che riesce ad emozionare in maniera provocante con la sua sublime interpretazione vocale. Vibrante e irrequieta, con un fondamento blues ‘n’ roll sulla opener “Imposing Sun”. Desert groove ed esplosioni feroci alternate a momenti idillici con “Outlaws”. Pulsante e molto vintage “56th Floor”, intimità sonora abbinata ad una sensazione ‘twin-peaks-esca’ su “Starlight”. Feeling progressivo con “Symphony of the Ironic Sympathy”, ancora intimità musicale con “Soul Keeper”, prima dell’oscura e vagamente drammatica conclusiva “Kaleidoscope Eyes”. Paragonabili a band quali i Fervent Mind, o alla divisione meno estrema degli High Fighter, i The Black Wizard suonano meravigliosamente analogici, anche se appartengono al mondo moderno e danno origine a brani intensi, senza tempo, graffianti ma romantici, a tratti pesanti ma sempre fantasticamente groovy, ipnotici e rockeggianti. Un album paragonabile ad un vento freddo in una giornata torrida… o ad un sole cocente che d’improvviso cancella una stagione più mite.

(Luca Zakk) Voto: 8/10