copaustralasia(Golden Morning Sounds) La mail con cui gli Australasia hanno contattato Metalhead mi ha fatto sobbalzare (per 3”), in quanto non avevo letto la U del nome, pensando così che fossero gli Astralasia, una meravigliosa band psychedelic electronic-dub/rock inglese. Eeh no, sono “solo” i gli italiani Australasia, un duo, ma l’ascolto preliminare, quello che doveva decidere chi recensirlo, mi ha stregato. Gli Australasia dichiarano di essere cresciuti ascoltando le colonne sonore di Ennio Morricone, ma c’è anche un passato nel metal estremo e la passione per i sintetizzatori d’annata. Band dalle tipiche sonorità shoegaze? Duo post rock e post metal? Cinematic sound? Credo che gli Australasia plasmino i suoni e gli danno le sembianze di scenari e atmosfere, ma anche di sensazioni e immaginazioni. Artigiani con le note che lavorano con la sapienza dei loro strumenti. La loro bottega è “Sin4tr4”, un luogo piccolo (un EP di 22’ e solo strumentale) ma assolutamente accogliente e viverlo è ruvide ripetute. Se questi primi due pezzi hanno una struttura più o meno simile, “Apnea” svela la sensibilità più profonda del duo. Un struttura musicale tra ambient e drum ‘n bass, affiancata dai ricami delle chitarre e il tutto sovrastato dalla voce femminile. Incantevole. “Scenario”, suoni di una città, entrano gli arpeggi (un marchio di fabbrica, oserei dire) e poi subentrano le trame post rock/metal, struggenti e poi nervose e veloci, e di nuovo la chiusura tra un synth malinconico e una voce (giapponese?) da un altoparlante di una metro o di un aeroporto. Finalmente “Satellite” propone una musicalità soave dall’inizio alla fine, senza inserti post metal o rock. Un brano vagamente alla Pink Floyd, ma essenzialmente di natura rock psichedelico. L’incipit di “Retina” è modellato con i sintetizzatori alla Alan Parson e poi l’attacco post rock, con un basso molto possente e chitarre che striracchiano e tendono la melodia con distorsioni fredde. Chiude “Fragile”, ennesimo atto intimista, soave, sulla poesia delle onde del mare. Uno scenario simil-Mogwai. Mentre i primi due brani annunciano una band con la volontà di costruire ampie melodie di natura post rock o metal che sia (si è davvero al confine tra i due generi, un equivoco persistente per le accelerazioni e le distorsioni, come in “Scenario”), il resto dei brani portano a galla la sublime capacità dei due musicisti di tinteggiare sonorità sentimentali. “Sin4tr4” è un piccolo capolavoro.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10