(Mighty Music) Esordiscono dalla Danimarca gli Ethereal Kingdom, facendosi portatori di un symphonic metal incredibilmente carico e teatrale: “Hollow Mirror”, che giustamente non si dilunga (43’ per nove brani, compresa una cover), convince con il suo impianto roboante. “Distance” monta sulla base sinfonica il contrasto fra voce femminile operistica di Sofia Schmidt e screaming (anziché growling) di… Sofia Schmidt: il risultato, devo dire, ha qualcosa di innovativo. “Ashes within” ci butta dentro anche gli archi, in modo molto indovinato, ma forse indulge troppo a parti recitate in modo teatrale; è lo stesso difetto di “Embrace me”, che senza le sezioni parlate sarebbe stata molto più salda nella sua atmosfera. A tratti torrenziale, grazie a una batteria molto black, “Endings”; ben strutturata la cover di “My Kantele”, il celeberrimo brano degli Amorphis. Si torna alla violenza più efferata con la conclusiva “Apparition”, che però cela anche una ghost track strumentale dall’andamento folk e sciamanico. Al netto della volontà di narrare un po’ troppo all’interno delle canzoni, un debut d’impatto.

(René Urkus) Voto: 7,5/10