(Karma Conspiracy Records) Ci sono due concetti che emergono chiari ascoltando gli italiani The Elephant. Il primo è il loro stoner piacevolmente inquinato da varie altre venature musicali, primo tra tutti il blues. Il secondo è una dannata e fantastica sfacciata originalità! La band si è formata circa un anno fa, ha firmato un contratto con una etichetta e ha già sbattuto in faccia a tutti questo debutto omonimo che attira l’attenzione anche per merito di una line-up -un trio- composto da due bassisti (e vocalists) ed una batteria! Chitarre? Se sai suonare come sanno fare questi ragazzi, non servono, e al limite le metti come filler qui e là! Oltre a non servire, potete scommettere che proprio nessuno ne sentirà la mancanza.. anzi…molti nemmeno se ne accorgeranno! Le due linee vocali sono una rauca e graffiante, mentre l’altra con radice rock’n’roll anni ’60. I testi si sviluppano mentre quelle grosse corde dei bassi vibrano con decisione, a volte pulite, spesso distorte, generando un sound che prende d’assalto l’ascoltatore! “River” apre subito regalando bassi poderosi e quella particolare voce di altre epoche e stili. Suggestiva e vibrante “Quicksand Morning”, nella quale i riff di stampo doom sono stuzzicati dallo slap, una specie di punto di incontro tra lo stile di Lemmy ed il funk, con voce legata al rock duro, roba tuonante e decisamente appartenente allo stoner. E quelle deviazioni funky, così perfette per uno strumento come il basso, emergono annebbiate da un rock trasandato sull’ottima “Black White Alice”. Tetra ed inquietante “Monkey Demon”, rabbia esplosiva alternata da momenti riflessivi intensi con “Deep Down Tale”. Spudoratamente e meravigliosamente blues “Catfish”, tracce di dark wave con “Summer Blood”, tonalità brillanti rese opache da un sound avvolgente su “The Stoker”, prima della conclusiva “Walk with the Sun”, una canzone che esprime una malinconia sferzata da sonorità deliziosamente metalliche. I The Elephant sono stoner, ma anche southern, non dimenticano mai e poi mai il blues, strizzano l’occhio ai Morphine, viaggiano nel tempo delle epoche musicali e riescono ad arrivare pure ad atmosfere remotamente darkwave, regalando oltre mezz’ora di musica incisiva, travolgente, potentissima ed estremamente personale!

(Luca Zakk) Voto: 8/10