(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Molto interessante e particolare il debutto dei francesi Asphodèle, i quali propongono un blend strano tra metal gotico, black metal e post black. Spicca la doppia voce, femminile e maschie, quest’ultima sia clean che growl, e spicca anche l’alternanza tra atmosfere oscure ed introspettive e quelle sfuriate che a volte ricordano idee dei greci Aenaon. La band è sostanzialmente un duo con una cerchia di musicisti in studio, come il chitarrista degli Anorexia Nervosa, Stéphane Bayle, il batterista dei Au Champ des Morts, Wilheim, ed il bassista degli svedesi Gloson, Christian Larsson (anche ex Shining). Dopo il suggestivo intro “Candide” è il post rock tirato di “De Brèves Étreintes Nocturnes” a presentare la bellissima e sensuale voce della vocalist Audrey Sylvain, prima di un cambio intenso e provocante, dove domina la voce maschile di Spellbound (vocalist dei Aorlhac, recensione qui https://www.metalhead.it/?p=124623) prima di un ulteriore passaggio ricco di groove alla fine del quale esplode una spietata e gelida furia black metal, ricordando a tutti la provenienza francese della band. La title track offre più spazio alla vocalist, la quale addolcisce la voce rendendo tutto molto più drammatico, mentre il brano prosegue su tematiche progressive e post black, con il growl che si esalta e diventa disperato e demoniaco. Toni moderni ma epici e pulsanti con “Gueules Crasses”. Riflessiva e malinconicamente lenta “Nitide”, irresistibili le vibrazioni black con impulsi gotici di “Refuge”. Cross over tra rock alternativo e devastante musica estrema su “Réminiscences”, brano con ottime linee vocali, arpeggi intensi e tastiere indovinate, prima della conclusiva e contorta ”Décembre”, nella quale si alternano i momenti intensi dominati dalla voce femminile a sonorità brutali capitanate dal growl maschile, oltre a delle divaazioni clean che accentuano un clima di disperazione magicamente percepibile dall’ascoltatore. Album avvincente, che cresce ascolto dopo ascolto. Molto curato, ricco di dettagli, tecnico ma assolutamente fruibile. Notevole anche il range di ospiti, tra gli altri Graf il vocalist dei georgiani Psychonaut 4 ospite su “Réminiscences” ed il chitarrista Sylvain Bégot dei Monolithe incaricato dell’ottimo assolo su “Refuge”. Un disco con un’aura incantevole, affascinante ma anche meravigliosamente gelida e crudele!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10