(Steamhammer / Oblivion) I Die Krupps come molti altri nel campo dell’electro-industrial non hanno più molto da dire, ma come molti loro colleghi di lunga data, quello che dicono lo dicono bene! Aumentato il lebensraum della chitarra, oggi la band di Dusseldorf sembra dare un approccio molto più metal, ‘true’ industrial metal rispetto alle pubblicazioni degli ultimi anni. Insomma, ascoltate pure “Welcome to the Blackout” che, testi e cantato a parte, potrebbero tranquillamente sembrare i Ministry. Questo vuol dire anche che la band appare, in certi capitoli di questo album, meno teutonica e più internazionale. Francamente questo si era già intuito con la scelta di certi singoli, di spingere certe canzoni al posto di altre, ovvero la title track e proprio “Welcome to the Blackout”. In “Vision 2020 Vision” però non mancano le astrazioni EBM, come “Active Shooter Situation” o un minimo retaggio della neue deutsche härte, come “Obacht”, oppure scelte catchy, “Fires” ad esempio. La sola cosa forse meno convincente è la durata. In quasi un’ora forse Jürgen Engler e gli altri avrebbero potuto decurtare un po’ di cose. In casi del genere la riflessione resta la stessa di sempre: la band ha forse avuto bisogno di esprimere tutto quanto e senza darsi limiti o privarsi di una certa quantità di pezzi. In chiusura una citazione per “Human”, brano di chiusura di “Vision 2020 Vision” dove la band inserisce un po’ tutto quello che suona, che sa fare e lo fa davvero bene, creando atmosfera, un climax e un’ipotetica traccia da colonna sonora di questi anni.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10