(Agonia Records) Se conoscete i Ragnarok sapete cosa aspettarvi da un loro album. “Non Debellicata” è il consueto black metal dei norvegesi che li rende ancora oggi un pilastro del genere. Prodotto, come spesso è accaduto in passato, da Magnus “Devo” Andersson, bassista dei Marduk, “Non Debellicata” rappresenta i Ragnarok nella loro essenza. La band spesso identificata tra le più importanti della seconda ondata del black metal norvegese, sgrana un blasfemo rosario di pezzi dalla pulizia sonora rispettabile, pur rimanendo un’oscura e violenta realtà del genere. Niente lustrini, laccature, cere e smalti: i Ragnarok suonano in maniera estrema e tirando allo sfinimento il proprio songwriting. Una guerra, un incenerire dal primo all’ultimo pezzo e poco respiro per l’ascoltatore, salvo per sporadiche situazioni dove Jontho, voce, Bolverk, chitarra, Rammr, basso, e Malignant, batterista, rallentano. I blast beat stanno a questo album come i tuoni a un temporale che accompagna l’apocalisse. Il riff è carne che brucia, sangue che cola. Jontho è un sacerdote che invia vagonate di anime all’inferno. Tutto al posto giusto? Quasi, perché quest’armatura rigida imposta dal songwriting, rende il canovaccio dei pezzi alla lunga prevedibile. Raddrizza in parte le sorti il trittico finale “The Gospel of Judas Iscariot”, “Jonestown Lullaby”, e “Asphyxiation” che insieme al brano “Nemesis”, pongono almeno quattro canzoni su dieci in cima alle qualità esibite dai norvegesi in questo nuovo lavoro. Dunque non affatto un brutto album “Non Debellicata”, però a lungo andare certi passaggi spuntano nella testa dell’ascoltatore già prima che essi arrivino attraverso la band.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10