(Inverse Records) Per chi non lo sapesse, Nibiru è in alcune teorie pseudoscientifiche il decimo pianeta del sistema solare, abitato da una civiltà superiore che avrebbe generato l’uomo modificando geneticamente i primati primordiali. I finlandesi Nibiru Ordeal riprendono il nome dell’astro per il loro monicker, e tematiche sci-fi per il loro power metal scandinavo d’assalto. “Gone with the Wind” unisce suoni aspri, che vogliono suggerire il gelo dello spazio, a una melodia cristallina; “Spacebeast” mette assieme, forse in maniera un po’ confusa, power ed extreme metal. Trionfale e squillante, con le sue tastiere da viaggio interstellare, “Demons & Angels”, mentre “Namida’s Tear” è una ballad un poco stiracchiata sul refrain. “Stardust” ha un approccio più classico, ma poi la fine dell’album riserva una sorpresa: in successione contigua, i due brani conclusivi durano rispettivamente 13 e 14 minuti! “Vortex of the dead Galaxies” e la titletrack costituiscono un dittico meritevole, che riscatta alcune delle ingenuità del disco: la prima ha un tono talora tendente al progressive, con un passaggio addirittura reminiscente dei Dream Theater anni ’90. La seconda ha una prima parte velocissima, quasi Dragonforce, quindi dei passaggi che hanno i suoni dei Sonata Arctica di fine anni ’90; il finale punta invece sulla solidità. Un disco che si fa ascoltare con piacere nonostante le (piccole) sbavature citate.

(René Urkus) Voto: 7/10