(AFM Records) Poderosi! Possenti! Coinvolgenti! Maledettamente sensuali e provocatoriamente nostalgici! Quarto lavoro per i tedeschi A Life Divided, maestri nel catturare l’essenza della dark wave synth anni ’80 e portarla qui, oggi, un viaggio nel tempo, un salto spazio temporale micidiale… il quale -forse- funziona anche al contrario, come se questi brani di rock moderno ed alternativo venissero rispediti indietro di quattro decenni per essere rivisti, corretti, esaltati e meravigliosamente intossicati con i ritmi, le sensazioni, le mode e le emozioni di quei mitici anni. “Echoes”, il successore di “Human” (recensione qui), parla della limitatezza, dell’incompiutezza: una minaccia per quando amiamo, quando viviamo… ma anche un drammatico senso di comfort nella sofferenza. Ma questi confini mentali, prima o poi tornano… con un terribile e assordante eco. Melodie con potere erotico. Arrangiamenti passionali, groove che mescola headbanging a danze che materializzano attrattiva carnale. Synth e shred. Seduzione e rabbia. La opener “Hello Emptiness” crea inquietudine, ma progredisce con keys moderne su un ritornello decadente diretto e tagliente. Potenza e melodia con “Dry Your Eyes”, un brano tuonante con chitarre pungenti, corale e volutamente sdolcinata ”Addicted”. Molta l’elettronica “Confronted”, ma quel ritornello è qualcosa al quale non si può sfuggire. Venatura dance, con tantissimo synth e ritmo pulsante su “Enemy”, la quale poi scatena un ritornello metal ed un basso molto carnale, intelligentemente contrapposto al digitale delle percussioni e dei synth. ”Anybody Out There” è il perfetto mix tra metal e synth pop… una cosa che forse solo i Def Leppard sono riusciti a fare. Gusto d’altra epoca con la componente dance di “Push”, un brano che non evita sferzate metal tuonanti e grintose. La stupefacente “Servant” è semplicemente magnetica, un refrain vincente, superlativo, catchy e provocante! Soft dark con “The Ordinary”, divagazioni psichedeliche in chiave synth sulla conclusiva ed irresistibile “Forevermore”. Rock alternativo e ricco di pesantezza metallica. Depeche Mode, Duran Duran o Modern Talking sotto steroidi, con i muscoli d’acciaio ed un’oscurità che riesce ad avvolgere con luce abbagliante. Una cosa simile, oggi, in pochi la sanno mettere in piedi. In pochi la sanno rendere così irresistibile. Mi vengono in mente i Darkhaus. O meglio, i superbi The Mission!

(Luca Zakk) Voto: 9,5/10