(Fighter Records) Gli spagnoli Viuda Negra, attivi nientemeno che dal 1982, mi hanno ricordato due band alle quali sono affezionato: i nostri Rain, sia per l’approccio musicale fra metal e hard rock, sia per aver pubblicato il debut molto dopo la fondazione; e i Grave Digger per la loro storia, perché anche gli iberici, a metà degli anni ’80, hanno tentato la scalata alle classifiche cambiando sound e nome (sono diventati per un breve periodo i Desire). Al netto di una compilation uscita nel 2018 con i primi demo, “Al Final” è il vero e proprio debutto, che raccoglie brani anche molto vecchi, e viene presentato dalla band anche in versione con cantato inglese in un package di 2 CD. Il dischetto spagnolo, in ogni caso, è molto superiore per spontaneità e anche per musicalità. Arrembante, stradaiola ed energica la titletrack, uno di quei brani che ti caricano per affrontare una brutta giornata; a doppia velocità “Princesa de la Oscuridad”, che alterna momenti acustici e accelerazioni in una riuscita alternanza. Hard’n’heavy sguaiato per “Sigue Así”, mentre “Como la primera Vez” mi sembra ammiccare, e non poco, ai Guns’n’Roses. Scatenata “Blues Town”; cori sognanti e tastiere efficaci, dal suono incredibilmente anni ’80, per l’hard rock di “Sempre huyendo”. “Al Final” si fa godere nella sua carica genuina e sanguigna: una bella soddisfazione per gli spagnoli, che ci hanno messo così tanto per presentarsi ufficialmente sul mercato.

(René Urkus) Voto: 7,5/10