(Funere/Exhumed Records/Satanath Records) Si sa poco nulla dei componenti di questo gruppo, solo che sono accomunati dall’Islanda come terra di origine. Nemmeno i generi musicali di appartenenza sono comuni, visto che sembrano infinite le influenze dichiarate dai musicisti, anche se a ben vedere non serviva neanche dirlo: nei tre brani proposti ritroviamo moltissime origini sonore mischiate in un qualcosa di unico. Tre brani di dodici minuti che potrebbero essere visualizzati come un incontro ideale tra gli Opeth di “Blackwater Park” e i Nocturnal Depression, solo che il tutto viene rallentato da tempi lenti e pesanti. Tracce da assaporare pieno piano, per capire come la musica certe volte parla anche senza testi, comunica per altre vie che non tutti sanno cogliere. Io personalmente ho apprezzato tantissimo come sono state strutturate le tracce, come l’iniziale calma si è sfumata in un brano dai contorni quasi black. La lunghezza non inficia il risultato, mantenendo l’attenzione dell’ascoltatore sempre alta fino all’ultima nota, traghettando l’ascoltatore verso la voglia di sentire ancora suoni di questo strano mondo, che sono certo non tutti riusciranno ad ascoltare.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10