(Filosofem Records) Imperioso esempio di atmospheric black metal dall’Ungheria. Witcher è un duo formato da Gere Karola e Roland Neubauer, cioè tastiere il primo e chitarra, voce e programmi ritmici il secondo. “A Gyertyák Csonkig Égnek” (ovvero “Le candele bruciano sul moncone”) è suddiviso in cinque pezzi, dei quali l’opener e title track supera gli undici minuti, mentre le successive tre vanno sopra gli otto e l’ultima, una magistrale cover del tema del “Lago dei Cigni” di Pyotr Ilyich Tchaikovsky, arriva a poco più di 3′. Dunque brani dilatati, decadenti, neo-doom per atmosfere e attitudini. Tastiere preponderanti che si stratificano tra di loro, con le chitarre a fare da contrappunto. L’album, il secondo per i Witcher, è una fiumana di decadenza con melodie che alla tristezza accompagnano una sostrato di epica che percorre in lungo e in largo ogni momento dell’album. Incipit impetuoso per “Az én csendemben”, per uno sviluppo si tempestoso ma dall’andatura mesta e modulata. Le melodie di Karola e Neubauer sono maestose, pagano però il prezzo di una produzione ovattata oltre misura. Lo scream roco e tendente al growl, è un forte contrappunto al manto melodico dei pezzi e al riffing freddo. I Witcher creano in ogni composizione un discreto numero di variazioni tematiche, le quali creano un effetto dinamico seppure ridotto se comparato alla notevole estensione dei pezzi. In sostanza i Witcher sviluppano delle suite, nelle quali temi portanti, movimenti e parti sono la struttura del tutto.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10