(Echozone) I Vlad In Tears sono un’interessante realtà musicale che propone dell’hard rock con tinte leggermente horror, appena un po’ gothic e dark ma dalle sonorità comunque vivaci. Italiani i tre fratelli fondatori, quanto il quarto componente, poi però trasferitisi in Germania. “Dead Stories of Forsaken Lovers” è un sagace e intelligente album di oltre un’ora con canzoni che riescono a passare da un concetto, un’idea, un’ispirazione all’altra, svelando all’ascoltatore una band affatto banale e nella sostanza coinvolgente. Alcuni pezzi sono appunto di matrice dark, tanto che la svelta opener “We Die Together” da far sembrare i Vlads come una sorta di Sister Of Mercy in versione hard rock, mentre la successiva “Tonite” (di Joseph Trent Kimbrell) sembra una festosa versione dei Depeche Mode di molti anni fa. Le tinte grigie si stemperano però in “Felt No Pain”, canzone degnamente rock, oppure nella distorta e tinta di groove “Born Again”, primo singolo estratto dall’album con la partecipazione di Lex Megaherz (appunto dei Megaherz). I Vlad In Tears hanno un loro mood, un’identità nell’esprimere canzoni piacevoli. Su tutte la sognante bellezza di “Sleep Lover Sleep”, canzone di Stefano Maccarelli, compositore di musiche per film, TV, nonché tecnico del suono. Nello specifico “Dead Stories of Forsaken Lovers” consta di dieci canzoni ma la versione CD digipack contiene sette pezzi in versione acustica; tra questi spicca la cover di “Man in the Box” degli Alice In Chains. Le bonus track per la maggior parte sono realizzate con voce e pianoforte, certamente un duetto che valorizza l’evidente capacità interpretativa di Kris Vlad. Buona voce certo, ma è ottimo il suo interpretare, il far sentire i concetti e le parole. Sesto album costellato di ritmo, atmosfere, soluzioni variegate e la personale visione delle cose di una band da sempre brillante.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10