(Steamhammer / Spv) Ogni due anni un album, i Magnum viaggiano con questa abitudine da qualche tempo e riuscendo a tenere una qualità espressiva piuttosto alta. “The Serpent Rings” suona più hard rispetto alle cose più recenti della band, con dei suoni anche meno piallati e un’inventiva che pesca sia nel prog quanto nel power rock. Tony Clarkin, chitarrista e songwriter della band, sintetizza insieme agli altri l’essenza dei Magnum in un’ora, creando così un concentrato musicale fatto di sostanza e melodia. Le canzoni di “The Serpent Rings” hanno un cammino melodicamente tracciato sin dalle prime battute, la forma invece dei pezzi è variabile eppure senza troppe complicazioni. “Where Are You Eden?” apre, e magnificamente, l’album venendo poi seguita da “You Can’t Run Faster Than Bullets”, canzone conturbante nel riff e nella sua portata melodica, con un ritmo che conturbante lo è altrettanto e tutto poi sembra ricordare i Deep Purple degli ultimi 20 anni. I Magnum sono maestosi, contemporaneamente danno lo spazio e l’anima del loro comporre alla melodia, la quale in “Madman Or Messiah” diventa un flusso avvolgente. Tre le canzoni citate fino ad ora, ovvero il trittico iniziale, ma se l’approccio all’album è quanto descritto, ebbene il prosieguo, fino a “Crimson on the White Sand”, canzone conclusiva di “The Serpent Rings”, non si differenzia affatto dal principio. Bob Catley è una voce un po’ stagionata ma continuamente in tono e in feeling con la musica. Da citare ancora la title track, poggiata su un ritmo scandito e un misto tra orchestrazione andante e variazioni prog di altri tempi. “The Last One On Earth” è una sorta di ballad, ma è raffinata, smussata e smaltata. Una canzone curata e pregevole. I Magnum non sbagliano una sola nota negli undici pezzi!

(Alberto Vitale) Voto: 9/10