(Warhell Records) Un album fatto di musica nervosa, irritata. Qualcosa che va a scatti e che guarda si al mathcore, ma non in una forma estrema. Dopo un demo, un EP e un singolo, oltre a una partecipazione ad una compilation, “Ceccano Brucia” (dal nome della città in provincia di Frosinone dalla quale la band proviene), è la catanese Warhell a pubblicare il primo album dei Sepik. Appunto una mazzata nervosa, veloce come lo sono i riff, mentre i ritmi sono forsennati e insistenti. La cover di “Breathe” dei Prodigy si piazza poerfettamente tra i nove pezzi totali dell’album, perché impersona il fare musicale dei laziali. Il riffing ha continuo, ma fluisce e in buona sostanza crea un wall of sound. Ascolto dopo ascolto, la band stampa nei neuroni dell’ascoltatore la propria identità, il proprio essere. “Recor” è nei dettami principali della band, con punte hardcore e dei Voivod, mentre “Mind Blind” ha un’andatura fratturata e sconquassante, piena di un riffing vario ma intermittente, fino a sfociare in un’improvvisazione semi-fusion. I sepik osano, danno spazio alla propria fantasia e aspirazioni. I pochi assoli sono ben dosati, il cantato è una furia che modula il proprio rancore verso il mondo. La band è anfetaminica manifestazione di post metal, mathcore e creatività.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10