(Steamhammer / SPV) Il titolo di questo album è ispirato ad un’autostrada che univa Chicago a Miami, ovvero il primo ramo di connessione importante tra il Midwest e il Sud degli Stati Uniti. Oggi qualche tratto ancora esiste ma si tratta di una strada sostanzialmente morta, sostituita da altre più nuove arterie. Tuttavia è innegabile si tratti di un percorso leggendario, ricco di storia, pieno di echi di un’epoca andata, un’epoca durante la quale si rafforzava un certo senso ed orgoglio americano. È per questo che i mitici southern rockers Outlaws hanno deciso di dedicarci un album, perché solo questo genere musicale -a cavallo tra rock, blues e folk- riesce a rievocare con sognante nostalgia immagini di un passato glorioso e ricco di emozione. La Dixie Highway non è solo un pezzo di storia ma anche un’immagine metaforica per una rock band che, per definizione, passa la maggior parte dell’esistenza in viaggio, mescolando così il la meta della destinazione con il concetto spirituale del viaggio fine a stesso, creando quell’unica dimensione dell’essere in giro, a zonzo, ogni giorno in un posto nuovo… l’essere on the road. Sognante ed energetica “Southern Rock Will Never Die”, stupendo il basso nell’intima “Heavenly Blues”, favolose chitarre con linee vocali intense sulla frizzante la title track. “Endless Ride” è un inno al significato di questo album e di questa band, mentre “Dark Horse Run” corre lontana indietro nel tempo, rievocando sonorità mitiche. Grintosa “Rattlesnake Road”, un rock’n’roll con chitarra e tastiere elettrizzanti. Brani come “Lonesome Boy From Dixie” sono l’essenza del southern rock, mentre lo strumentale “Showdown” va oltre il genere e rivela un’immensità sonora travolgente. Toccanti sentimenti nostalgici diffusi da “Windy City’s Blue” mentre la sognante conclusiva “Macon Memories” congeda con armonia, pace e quei ricordi indelebili che sono il bagaglio culturale di ogni individuo. Una band vera, storica, piena di passione, matura ma anche senza tempo, e questo loro “Dixie Highway” sogna ad occhi aperti, rivelandosi un album rilassante, suggestivo ed infinitamente melodico, oltre che polveroso, assolato, caldo, spesso graffiante. Ascoltando il disco è impossibile non immaginarsi a cavallo di una Harley o al volante di una Cadillac DeVille, lungo quelle strade senza fine, vento nei capelli, sole sulla pelle, laggiù al sud, attraverso il deserto, cespuglio dopo cespuglio, roccia dopo roccia, emozione dopo emozione. Un favoloso viaggio nel sogno e nel mito americano.

(Luca Zakk) Voto: 8/10