(autoproduzione) Maestri nel maschiare il rock con il metal, avvalendosi anche del supporto di un minimo di elettronica, i lombardi VersozerO ci presentano il loro nuovo album. Dopo avere bene impressionato con “Terra” nel 2004, con Cassiopea Music, e soprattutto con “Evolver”, concept album del 2013, la formula stilistica dei VersozerO resta immutata e con un appeal invitante. Canzoni, tredici, rigorosamente in italiano, una produzione degna di nota per una struttura musicale fresca e con insieme accattivante, grazie a un’esecuzione che mostra un arrangiamento smaltato e curato. “Uomo” lancia messaggi rintracciabili nei meccanismi della nostra vita incastonati nella società moderna. Quanto è oggi l’uomo, la persona e come si pone di fronte agli eventi. Proprio i significati dei testi hanno un peso non inferiore all’abilità musicale dei pezzi. C’è quella traccia in stile parole da cantautore, ma priva di banalità o di scontate soluzioni in rima. I significati si susseguono e si coinvolgono, mentre sullo sfondo il rock primeggia, salvo per essere spesso sorpassato da un alternative metal denso di sfumature. Per certi aspetti alcuni angoli di “Uomo” ricordano non per musica ma per concettualità e profondità di senso, certe cose fatte dai migliori Litfiba oppure dai Marlene Kuntz, solo che i VersozerO lo hanno fatto ora, in questo momento e di fatto riuscendo a creare qualcosa di piacevolmente contemporaneo.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10