(Massacre Records) Dopo ben sei anni tornano con un full length i melodic power metallers australiani Darker Half! Un ritorno consistente, curato, ben pensato, molto ben suonato, catchy e, tra le altre cose, arricchito da un buon range di ospiti i quali contribuiscono a rendere la release ancor più interessante! Il quartetto si è infatti fatto affiancare da ben quattro chitarristi per iniettare assoli coinvolgenti (Marcos Rodriguez dei Rage, Stu Marshall dei Night Legion, Brendan Farrugia degli Envenomed, Chris Themelco degli Orpheus Omega) e da due vocalist growl (Dave Lupton dei Flaming Wreckage) e Giacomo “Halfhead”. È palese che l’intenzione dietro al concepimento “If You Only Knew” è stata quella di impattare con decisione, con forza, con infinita energia… traguardo tra l’altro raggiunto con soddisfazione! Nonostante il genere sia iper classico, gli australiani sanno iniettarci un pizzico di modernità, la quale tuttavia non sconvolge quel senso tradizionale necessario per questo stile. Travolgente, con vocals immense e ottimi assoli la opener “Glass Coloured Rose”. Toni gloriosi su “Falling”, oscurità ma anche una grinta e ritornello in stile Hammerfall con “Into The Shadows”. Poderosa la title track, la quale non nasconde una vena decisamente malinconica, oltre che assoli favolosi. Bellissima “Sedentary Pain”: non solo quell’incalzare trionfale è irresistibile, ma le evoluzioni tecniche dei dettagli sanno esaltare, così come le voci growl, riportando alla mente certi episodi dei Serenity. Massiccia e tendenzialmente veloce “The Bittersweet Caress”, canzone capace di una parentesi dove melodia ed inquietudine creano uno scenario dal quale fioriscono altri gli ottimi assoli, compreso quello del chitarrista dei Rage. Epica “Thousand Mile Stare”, teatrale “Poseidon”, prima della pesantezza metal unita a suggerimenti settantiani della conclusiva “This Ain’t Over”. Album passionale, registrato nello studio della band, con più libertà creativa ed ispirazione. Il vocalist è dannatamente potente, le chitarre taglienti, gli hook melodici portano sempre su melodie orecchiabili e facili da memorizzare, anche se diversi dettagli tecnici rendono l’intero album tutt’altro che scontato.

(Luca Zakk) Voto: 8/10