(Napalm Records) Si ripresentano a soli due anni dal precedente album, “Constellation of the Black Light”, in maniera ruggente. Sono in piena forma Tuomas Saukkonen e i suoi compari, emergendo come un album registrato in maniera impeccabile e volto a risaltare gli aspetti symphonic del loro sound. Solita alternanza tra death e black metal, con un’aggressività mai del tutto spropositata. I finlandesi sono padroni nelle direzioni intraprese, con arrangiamenti impeccabili, anche quando i pezzi tirano al limite. Le atmosfere tinteggiate dai synth per orchestrazioni che aleggiano in un’epica tipicamente nordica, pagan se si vuole, e rappresentano un tratto saliente dell’album, mentre riff e ritmi sono l’ossatura e la sostanza del tutto. L’unico aspetto della band meno convincente è l’andare sempre veloce, pur riconoscendo che i Wolfheart aprono con parsimonia a momenti calmi, con chitarre acustiche o pulite oppure con low tempo e ponti sonori di puro symphonic.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10