(Nordvis Produktion) Se “Flykt” (recensione qui) era più atmosferico, mentre “Dauðra Dura” (recensione qui) in qualche modo più tribale, il nuovo lavoro della one man band svedese capitanata da H.L.H. Swärd crea un punto di unione, una convergenza tra i due approcci, dando vita ad una esperienza sensoriale unica, che avvicina ai ritmi della natura, sia quelli quotidiani che quelli epocali: dal ciclo del sole, a quello della natura che ci circonda, fino a quello più crudele, per quanto necessario, della vita che si avvia sul sentiero della morte, prima di un nuovo inizio, di un nuovo corso. Trionfale “Jakten”, brano nel quale emerge un violino sublime. Gusto sciamanico con la stupenda “Yggdrasil”. Un viaggio attraverso foreste senza fine, attraverso i colori, i rumori, gli odori ed un vasto ventaglio di stimoli sensoriali con “Finnmarken”. Aura leggendaria su “Fostersonen”. Il violino di “Muninn” continua su “Hel, jag vet mig väntar”, la quale poi esplode tribale e suggestiva, con voci corali sublimi, enfatizzando tutta la dimensione culturale e tradizionale che il progetto Forndom rappresenta. La conclusiva “Hemkomst“ prosegue il percorso della precedente, incrementando una senso di mestizia, qui deliziosamente dipinto da progressioni vocali irresistibili. Una malinconia favolosa che non alimenta la tristezza, piuttosto la consapevolezza della meraviglia offerta dalla natura, dal paesaggio, dai meandri più rurali e slegati dallo scorrere del tempo. Una meraviglia che rimane immutata, vita dopo vita, morte dopo morte, sempre in attesa, sempre paziente, quasi annoiata, consapevole della sua grandezza, fiera del suo essere spietato verso la ricorrente mortalità umana.

(Luca Zakk) Voto: 9/10