(Overdrive Records / Dischi Bervisti / Truebypass) Chi conosce e segue Nicola Manzan sa che un album di Bologna Violenta non è mai scontato e prevedibile. Ogni volta semmai è la prosecuzione di un discorso precedentemente avviato, sviluppato nel tempo attraverso le distinte pubblicazioni. La musica del trevigiano, coadiuvato negli ultimi anni dal batterista e polistrumentista Alessandro Vagnoni, ha moltiplicato i propri aspetti e aperto a nuove strade. La chitarra che viene soppiantata dal violino è stato uno scenario molto interessante. In “Bancarotta Morale” quel modo di suonare che accorpa più generi, magari anche imitandoli, ritorna. Composizioni brevi, con la conclusiva maestranza “Fuga, Consapevolezza, Redenzione” che apre al cosmo e ai Tangerine Dream in diciannove minuti. L’album è suddiviso in sei sezioni, delle quali un prologo e un epilogo, detto “Oasi Morale” e nel mezzo quattro storie di tanti anni fa, quelle del truffatore Manuele Bruni, la banda Przyssawka, la famiglia Sabiot, Sophie Unschuldig. Attori, personaggi, fatti e storie di meschinità, violenza, perfidia umana. “Bologna Violenta” le racconta in musica, nessuna parola. I frammenti sono uno per ogni personaggio, dunque tredici più due che sono appunto prologo ed epilogo. La durata di ogni epifania del suono va da meno di trenta secondi fino al minuto, minuto e mezzo, due anche o i quasi cinque di “Sophie Unschuldig”. Sono tutti agili, consequenziali. Poi la conclusione, questo ambient spaziale, psichedelico, dell’altrove. Una redenzione? Un volere mettere al riparo il fragile animo umano? Chissà, a prescindere dal messaggio, musicalmente questo pezzo risulta eccellente e comunque affiancato alle tematiche musicali che Bologna Violenta mette in scena. L’ascoltatore in “Bancarotta Morale” si avventura in  strati di synth, elettronica, psichedelia di altri mondi, come i Tangerine Dream ad esempio. Violino, viola, il pedale per basso, chitarre acustiche e ovviamente la batteria, sono la strumentazione, una parte, che si incammina nelle sezioni dell’album. Compaiono anche i sintetizzatori e l’harmonium, dominanti nel pezzo di chiusura. “Bancarotta Morale” è una suite, imbastita con più movimenti che sorprendono l’ascoltatore e sviluppano ulteriormente il concept musicale fornito in quanto la precede.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10