(autoproduzione) Provenienti dalle esperienze con Leiden e In Lupus Pacis, Bérangère Ketschker, cantante dalla voce sublime, Serge Courties, voce e basso, e Wilfried Rabin, programmi, elettronica varia e chitarrista, assemblano un progetto musicale che raccoglie sonorità vecchie e nuove. Sound che unisce del parziale doom britannico anni ’90 e una grossa preponderanza del gothic. Il taglio di titpo attuale è dato invenzioni modern metal e momenti symphonic, come per la canzone “7 Virtues”. L’EP mette in evidenza la soave voce della Ketschker. Il suo canto è un contrasto verso le chitarre che ruggiscono e non da meno ai synth e ritmi artefatti che erigono il muro sonoro. Serge Courties contribuisce al canto con un growl torvo, leggero. Le atmosfere la fanno da padroni, pilotate sia da riff decisi che da intermezzi e lampi di quiete gestiti da sintetizzatori, oppure da accordi aperti delle chitarre, dei quali si fa largo uso. Proprio in questi scenari emerge ancora più forte la voce della Ketschker. “the origins” si distribuisce in circa 31′, un tempo necessario per il quale le sei canzoni contenute riescono a dare una sostanziosa identità di cosa gli Ulvånd sappiano fare. Le atmosfere sono gradevoli e i riff mai debordanti. A titolo puramente personale di chi scrive, il piano vocale andrebbe gestito dalla sola Bérangère Ketschker, per il solo fatto che il suo cantato è molto più interessante di un growl così greve e monocorde che potrebbe comunque essere ulteriormente limitato. Qualcosa di diverso i due tentano in “Despair”, canzone mesta e ‘depressive’, ma vocalmente dinamica.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10