(Dying Victims Productions) Stranissimo questo gruppo: il cd comincia con un’intro atmosferica e solenne, mentre la seconda traccia mostra un black piuttosto ottantiano e mistico, più simile a dei Venom epici e rallentati che non a del black scandinavo. Eppure i riff sono decisamente vecchia scuola nera, così come il cantato, anche se non si può parlare di vero e proprio growl, ma solo di una voce molto aggressiva e urlata. Tutto l’album è un continuo e ragionato giocare sul filo dei due generi. Si prenda ad esempio la traccia “Attraverso Sette Porte All’Inferno”: inizialmente ti sembra di stare ascoltando una versione molto edulcorata degli Impaled Nazarene… poi la traccia vira improvvisamente in un heavy classico con tanto di breve assolo di chitarra. L’accostamento sembra quanto mai ardito, eppure funziona in tutto e per tutto, creando un amalgama sonoro peculiare e godibilissimo. Un disco da avere, se non altro per capire che certe volte dietro a copertine oggettivamente bruttissime può celarsi un prodotto davvero molto buono.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 8/10