(Iron Bonehead Productions) Due esseri oscuri. Due one man bands. Due tetre entità il cui boato echeggia dall’altra parte del mondo, dall’emisfero australe, dall’Australia. Da un lato Runespell, creatura devota alle tenebre dal 2017 con all’attivo ben tre full lengths. Dall’altro Forest Mysticism, essenza più misteriosa, votata al paganesimo da quindici anni (anche se è compreso un lustro di inattività) ma con all’attivo solo pubblicazioni minori: EP, split, demo e compilations. I sei brani (tre per band) dello split scavano nel profondo, attraversano fitte oscurità spirituali e scenografiche. Apre la lunghissima “Wolfwoods” di Runespell, incalzante, feroce ma immensamente melodica e decisamente suggestiva. Parentesi acustica con la toccante ”Streams of Sorrow” prima della terza traccia di Runespell, ovvero la pulsante “Fated in Blood”, canzone con un drumming old-school ed una favolosa chitarra la quale in un riff irresistibile inserisce provocanti armonici, verso una apoteosi coronata da un assolo… una cosa non comune nel black metal. “Summon”, primo brano di Forest Mysticism, divulga una rabbiosa grinta, in un’atmosfera claustrofobica che poi si dirada con innesti melodici dal delizioso gusto folk/tribale. Anche qui parentesi acustica con un’aggiunta atmosferica favolosa (“Rivers of Silver (II)”), prima di “Ancient Tides of War”, il terzo brano, l’ultimo dello split, capace di scatenare un’ambientazione guerrafondaia, pregna di gloria, evocando anche dall’emisfero sud sanguinose e leggendarie battaglie di quello nord. L’unione di questi demoni rappresenta una conferma per l’attività frenetica di Runespell ma anche una conferma… un ritorno, un nuovo inizio per Forest Mysticism. Quasi quaranta minuti di musica infernale benedetta da bagliori divini, molto tecnica, sempre con un’aura minacciosa, ricca di potenza e di attrattiva deviata.

(Luca Zakk) Voto: 8/10